Abitudini per un cuore sano (2)
- centro cristiano
- 25 set
- Tempo di lettura: 4 min
Introduzione
La scorsa settimana abbiamo parlato di come tutti noi mentiamo a noi stessi. Abbiamo discusso l’importanza di coltivare l’abitudine dell’autoesame: guardare con onestà, realtà e sincerità alla nostra vita e dare a Dio il permesso di operare in noi, plasmando la nostra quotidianità.
Oggi vedremo che una delle più grandi menzogne che ci raccontiamo è che “avere di più è meglio”. Qualunque cosa possediamo, pensiamo che di più sia sempre meglio. Questa menzogna riecheggia quella che il serpente disse ad Adamo ed Eva in Genesi. Il messaggio del serpente è lo stesso che sentiamo ripetere continuamente nelle nostre giornate: “Ciò che non hai è ciò di cui hai bisogno. Ciò che non hai è ciò che devi avere per essere felice.”
Ogni pubblicità, ogni messaggio di marketing ti dice: ciò che non hai è ciò di cui hai bisogno per essere felice, perché avere di più è sempre meglio.
Allora, di cosa hai bisogno per essere felice? Più soldi, più tempo, più salute, un’auto nuova, più scarpe, più divertimento, più muscoli, più viaggi, più capelli… La menzogna è che per essere felici serve sempre di più. Più soldi, più tempo, più scarpe, più intrattenimento. Serve sempre qualcosa che non abbiamo, perché “più” è sempre meglio.
Quando il meno diventa di più
Leggiamo una storia dal libro degli Atti, capitolo 27. In questo contesto, Paolo è prigioniero: ha fatto appello a Cesare ed è inviato a Roma per essere giudicato. È il suo quarto viaggio missionario, finanziato dallo Stato. Durante questo viaggio, si scatena una grande tempesta vicino all’isola di Malta. Vediamo il coraggio e la calma di Paolo di fronte alla tempesta, perché Dio gli aveva parlato e assicurato che nessuno sarebbe morto e che lui avrebbe testimoniato di Gesù a Roma.
Dopo un periodo di digiuno, Paolo disse agli altri: “Oggi è il quattordicesimo giorno che state aspettando, senza mangiare nulla. Perciò vi esorto a prendere del cibo: questo vi servirà per la vostra salvezza; infatti non cadrà neppure un capello dal capo di alcuno di voi.” — Atti 27:33-34
Prese del pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare. Erano 276 persone a bordo. E dopo che ebbero mangiato a sazietà, alleggerirono la nave gettando il grano in mare. — Atti 27:38
Una volta sazi, gettarono via ciò di cui non avevano più bisogno. Dopo aver mangiato a sufficienza, alleggerirono la nave.
Questo è un concetto nuovo per alcuni: “Avere abbastanza” significa avere ciò che serve oggi.
Nella vita, l’abitudine della semplicità è imparare una frase di tre parole, chiedendo a Dio di farla nostra, di viverla ogni giorno. La frase è: “Ho abbastanza.”
Se questo è vero, puoi dire al tuo vicino: “Ho abbastanza; sono soddisfatto.”
Eppure nessuno di noi, dal modo in cui vive, comunica davvero di credere di avere abbastanza e di essere soddisfatto di ciò che ha.
Il Salmo 23 ci insegna a pregare: “Il Signore è il mio Pastore, nulla mi manca. Ho tutto ciò di cui ho bisogno.”
Se vogliamo vivere l’abitudine della semplicità, dobbiamo imparare a pregare: “Signore, dammi meno di ciò che non conta per Te.” “Signore, dammi di più di ciò che conta davvero per Te.”
Che cosa accadrebbe alle nostre vite se pregassimo questa preghiera ogni giorno? Che cosa accadrebbe se questa preghiera diventasse il desiderio del nostro cuore?
È controculturale, ma è la verità che Gesù ci insegna nel Vangelo: “Signore, dammi meno di ciò che non conta, che non ha valore per Te.”
Il tesoro vero
Gesù insegnò questo principio in Matteo 6. Queste sono parole di Gesù, non di un predicatore, non di un articolo su Facebook. No, questo è ciò che Gesù ci insegna:
“Non accumulate per voi tesori sulla terra” (che è esattamente l’opposto di come molti di noi vivono—più cose, volere di più), “dove la tignola e la ruggine consumano e dove i ladri scassinano e rubano; ma accumulate per voi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.” — Matteo 6:19-21
Questa è una verità, un’abitudine di un cuore sano. Se vuoi cambiare la tua vita, devi cambiare le tue abitudini. Ma se vuoi cambiare le tue abitudini, devi permettere a Dio di cambiare il tuo cuore.
Gesù ci dice di non accumulare tesori di cose che non durano, di non accumulare più del necessario. Eppure per molti di noi, accumulare è un obiettivo, uno scopo, una ragione di vita.
Esempi concreti
Vogliamo guadagnare di più, avere più soldi sul conto. Perché? Perché la maggior parte di noi mette la propria sicurezza nel denaro, non in Dio.
Vogliamo vestiti nuovi. Perché? Per vari motivi. Molti hanno bisogno di mettersi in mostra, cercando approvazione esterna per sentirsi meglio… forse perché dentro si sentono vuoti.
Altri cambiano cucina o auto ogni tre anni. Perché? Forse perché il loro matrimonio non va bene e non vogliono affrontare quella situazione.
Queste sono distrazioni di cui ho parlato la scorsa settimana—distrazioni che ci impediscono di affrontare la verità su noi stessi.
Se vuoi meno di ciò che non conta, se vuoi meno tesori che non durano, la Parola di Dio ci dice cosa fare:
“Deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, corriamo con perseveranza la corsa che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù.” — Ebrei 12:1-2
Conclusione
Come facciamo questo? Tenendo lo sguardo fisso su Gesù.
Gettiamo via tutto ciò che ci appesantisce, ogni cosa inutile, ogni distrazione, ogni menzogna, tutto ciò che non ha valore per Dio, e manteniamo il nostro cuore concentrato su Gesù. Perché quando hai ciò di cui hai bisogno—Gesù—puoi gettare in mare ogni altra cosa, ogni distrazione e ogni peso.









Commenti